Commento rilevazione 4 maggio 2020 a cura di: Marco Di Giulio, Ricercatore in Scienza Politica, Università di Genova.
Le due settimane intercorse dalla rilevazione del 19 aprile sono state contrassegnate dal dibattito sulla Fase II. Alcune regioni, associazioni imprenditoriali, le forze politiche di opposizione e la componente renziana del governo hanno effettuato forti pressioni per un deciso cambio di passo, mentre l’esecutivo ha ostentato prudenza, confermato che le attività scolastiche riprenderanno solo a settembre e, più in generale, segnalato l’incertezza che contraddistinguerà le settimane successive al 4 maggio. A fronte di questo scenario di crescente conflittualità, i principali leader politici mantengono inalterate le distanze fatte registrare nell’ultimo mese in termini di fiducia che gli italiani ripongono nei loro confronti. Il segnale di cambiamento potrebbe essere dato dal logoramento dell’indice per pressoché tutti gli attori, che si apprezza in particolar modo confrontando i dati di questa settimana con quelli del 7 aprile. Ne risentono in particolare Mario Draghi e Attilio Fontana. Il primo a causa di una progressiva uscita di scena, dopo il suo intervento sul Financial Times, mentre il secondo paga le polemiche sulla gestione della crisi in Lombardia. Immutato il quadro relativo alla fiducia nelle istituzioni.